Covid-19, cosa sappiamo della nuova variante Eris

Covid-19, cosa sappiamo della nuova variante Eris

Covid-19, cosa sappiamo della nuova variante Eris


E’ l’ennesima riprova che il virus non si ferma, anzi. Parliamo della nuova variante di Covid-19, ribattezzata Eris in onore alla dea della discordia greca. Più correttamente è la variante EG.5, discendente dalla XBB.1.9.2, che nelle ultime settimane è diventata protagonista nei discorsi intorno al Covid, insieme alle discussioni sulle nuove strategie di vaccinazione in vista del prossimo autunno.

Mentre infatti il Ministero, con una circolare attesa a lungo, dava indicazioni sulla prossima campagna vaccinale anticovid – raccomandando a over 60, operatori sanitari e persone fragili una dose di richiamo a valenza annuale con i immunizzazioni a mRNA aggiornati contro XBB.1.5 – l’Oms invitava a guardare con attenzione a una nuova variante. Agli inizi del mese, infatti, l’Organizzazione mondiale della sanità comunicava che EG.5, variante nota da febbraio e fino ad allora considerata come variante sotto monitoraggio era ora (e oggi) considerata variante di interesse, osservando un aumento costante nelle ultime settimane relativamente alla sua prevalenza (e come osservato anche dai monitoraggi condotti in Italia a luglio).

Presentandola come variante di interesse l’Oms ne ha sottolineato i vantaggi in termini di crescita ed escape immunitario, indicando che questo avrebbe potuto aumentare l’incidenza dei casi, sebbene Eris non sembrasse dare origine a forme di Covid più gravi. Per ora quello che sappiamo è che la mutazione caratteristica di Eris – la cosiddetta F456L a carico della proteina spike – potrebbe essere la regione del maggior tasso di crescita della variante, riporta l’Ecdc. I sintomi associati sono quelli ormai classici: mal di gola, mal di testa, affaticamento febbre, tosse, rinorrea.

Le prospettive nell’immediato futuro

L’arrivo di una nuova, l’ennesima variante di Covid-19, sottolinea ancora una volta come la corsa tra virus e immunizzazioni sia una corsa impari. Ma da quel che sappiamo non è detto che sia del tutto persa, per i immunizzazioni. “I due ceppi, EG.5 e XBB.1.5, non sono identici, ma sono abbastanza vicini”, e questo potrebbe rendere i nuovi immunizzazioni in arrivo in autunno ancora efficaci nel proteggere dalla nuova variante, ha spiegato in un’intervista l’infettivologo della Yale Medicine, Scott Roberts. “Durante tutta la pandemia abbiamo visto che se ci sono similitudini genetiche tra le sottovarianti di Omicron – in contrapposizione a un cambiamento più ampio come quello avvenuto dalla più grave Delta a Omicron – ci sarà una cross-protezione molto migliore”.

Ad oggi, dunque, la nuova variante in maniera non dissimile dalle precedenti, sembra avere vantaggi che potrebbero causare un aumento dei casi – come già osservato, complici per gli esperti anche le vacanze e l’immunità che scema nel tempo – ma senza indizi di maggiore pericolosità.



Leggi tutto su www.wired.it
di Anna Lisa Bonfranceschi www.wired.it 2023-08-23 14:08:43 ,

Previous Minaccia l’ex sui social, poi entra in dimora dalla finestra

Leave Your Comment